mercoledì 11 luglio 2012

10 Luglio 2012 - Alpha Bravo Charlie Delta...


Anche ieri sera, dopo il lavoro, ho fatto una puntatina al fiume. Armato di custodia per  le canne, bigattini e cassettina degli attrezzi (ne uso una della Powerfix comprata al LIDL che non è da pesca ma è per attrezzi generici, tipo elettricista insomma, ma costava poco (7 euro mi pare), è robusta, compatta e ci entra parecchia roba). Arrivo in loco e prendo la “PescaAnguille” (la mia prima canna bolognese telescopica da 3.5 metri) dato che la mia amata 6 metri è ancora ai box per la riparazione dopo la rottura che ho descritto nel mio precedente post. Speriamo che Andrea, la persona che ce l’ha in cura, trovi il pezzo adatto e riesca a rimetterla a posto.
Apro il barattolo dei bigattini e li vedo parecchio fermi. Il caldo torrido di questi giorni li sta mettendo a durissima prova. Anche se uso una borsetta termica (verde fluorescente, quando ci vado in giro mi guardano tutti male…) con dentro anche un panetto di ghiaccio sintetico, il calore è troppo elevato e i bachini tendono a collassare dal caldo.
Dopo aver montato la canna faccio qualche fiondata di pasturazione giusto per preparare le prime passate. L’acqua è piuttosto lenta e so bene che la montatura che ho non va affatto bene in quel tratto di fiume. Ho su un galleggiante da 2 grammi con piombatura a scalare verso il basso (buona per correnti più sostenute e per la pesca del barbo, che razzola sul fondo). Nel tratto dove sono potrei tranquillamente mettere 0.75 grammi, al massimo 1 grammo ma ho poco tempo e poca voglia di rifare l’armatura. Diciamo che utilizzerò la tecnica “Bravo Delta Charlie”  di cui sto diventando piuttosto padrone.

Bravo Delta Charlie? B.D.C. … “B.otta D.i C.ulo”… 

Inizio a lanciare e faccio ancora pratica del sistema di trattenuta col “freno a dito sulla bobina”. Stavolta è meno efficace dato che la corrente è lentissima e il galleggiante deriva molto molto lentamente. C’è però una cosa da aggiungere; se lancio a metà fiume o oltre, la corrente è leggermente più veloce e mi porta fino ad un punto del corso d’acqua dove il fondale diventa molto più basso e la velocità aumenta considerevolmente. In quella zona il peso del galleggiante sarebbe buonissimo, l’unico problema è che “l’acqua” impostata diventa eccessiva ed il rischio di incagliarsi sui ciuffi d’erba presenti sul fondo a macchia di leopardo aumenta in maniera significativa. Evvabbè… non si può avere tutto nella vita.
Qualche altra passata ed ecco che arriva la prima abboccata. Recupero agevolmente dato che il pesce è piccolino. Lo tiro a riva e lo sollevo con facilità dato che si tratta di un alborella, che però mi stupisce per essere di oltre 12 cm. Me le ricordavo più piccine.
Altre fiondatine di pasturazione e riprendo le passate. Le faccio lunghe, mandando la lenza alla deriva nella zona veloce e controllando sempre il tutto col “freno a dito”. Mi piace molto questa tecnica e ora la uso praticamente ad ogni passata. Dopo 5-6 giri un’altra abboccata, stavolta molto più forte. Inizia quindi il combattimento!
Non tira come la carpa dell’altro giorno ma sicuramente si difende benino. Allento un po’ di più la frizione che fa fischiare la bobina. Purtroppo il Trabucco Auris 4000 che monto non ha una regolazione precisissima ma si tratta sempre di un modello economico (è stato il primo mulinello che ho comprato, pagandolo 13 euro) e tende facilmente ad essere o troppo aperta o troppo chiusa. Faccio a tira-e-molla col pesce. Non esagero con i recuperi perché ancora la mia confidenza col filo 0.14 e terminale 0.12 non è tanta e poi, ehm.., la lenza (vedi post precedente) è stata attaccata al filo imbobinato con un nodo a barilotto. Mi trovo quindi a pescare con una canna corta, con un mulinello economico e impreciso, con la bobina caricata con 150 metri di 0.14 che è legata ad uno spezzone di circa 6 metri e mezzo di una vecchia lenza già pronta da 0.14 con un galleggiante e peso sovradimensionato per la corrente che c’è e che finisce con un terminale da 0.12 di qualità discutibilissima con bigattini semicomatosi. Che dire? Qualcuno mi suggerisce qualcos’altro di sbagliato da aggiungere?
Ho la vaga sensazione che se Mauro fosse stato li vicino mi avrebbe dato uno scapaccione così forte da cappottarmi…
Però…piano piano…tomo tomo cacchio cacchio… inizio a fiaccare il pesce che inizia ad arrendersi. Lo sollevo a pelo d’acqua e vedo che è un bel barbotto, sui 25-27 cm. Stavolta sono stato più previdente ed ho preparato il guadino. Portato vicino alla riva il pesce allungo il guadino e…porca eva è corto! Non ho allungato troppo l’asta telescopica e ora “arriva e non arriva” al pesce. Mi ritrovo con la canna in tensione, tutto storto e col braccio sinistro che quasi mi slogo una spalla per far passare il guadino sotto il mio graditissimo ospite. Ce l’ho quasi fatta quando l’infame si appoggia sul bordo del guadino e con una scodata tenta il tutto per tutto! Li ho temuto che sarebbe riuscito a spezzare il finalino ma, grazie alla Bravo-Delta-Charlie, questa ha retto il gesto disperato del pesce che, alla fine, sono riuscito ad insaccare e poggiare sulla riva. Ovviamente dopo averlo ammirato qualche secondo e averlo slamato (prima ho bagnato le mani per non scottarlo), l’ho rilasciato in acqua.
Qualche minuto dopo ha abboccato un altro barbo, più piccolo ma molto veloce. E’ stato divertente recuperarlo tra i suoi guizzanti zig-zag. Era di dimensioni modeste e non è servito neanche il guadino per tirarlo fuori.
Dopo qualche minuto è arrivato, come speravo, Aldo che mi saluta come al solito con molta gentilezza e cordialità. Durante le passate riparliamo della carpa dei giorni precedenti, delle possibili cause della rottura della Veret e della bellezza del silenzio che accompagna l’assenza del cacaseco Andrei che è in vacanza in Romania.
Iniziamo a notare movimento vicino alla riva. Si stanno affacciando dei bellissimi cavedani, molto grandi, che fanno avanti e indietro davanti a noi. Ahimè non c’è verso di farli abboccare, d’altronde la mia lenza è assolutamente inadatta a predarli dato che tende a rimanere sul fondo, mentre queste “bestioline” fluttuano molto vicini al pelo dell’acqua. In questi casi anche la Bravo Delta Charlie ha dei limiti… Servirebbe la variante Golf Bravo Delta Charlie (G.randissima B.otta D.i C.ulo) ma ancora non sono arrivato a studiare questa tecnica nel mio Manuale del Perfetto Pescatore Sculato.
Ne vedo passare uno molto grande, oltre 50 cm con lo spannometro, molto scuro, ed altri 2-3 molto più chiari e lunghi circa 30-35 cm. Mentre io sono concentrato sulle mie passate e con la coda dell’occhio mi tengo sottocontrollo quello grande e scuro, Aldo mi dice che gli altri sono molto più chiari perché “… non sono stati al mare…”. Li per li non afferro perché sono concentrato sul galleggiante, ma poi mi volto verso il Maestro Locale e lo guardo con occhio che dice “Mi pigli per il culo?” e lui sbotta a ridere dicendomi: “Bella stronzata eh? Vabbè scusa… non le dico più…”.
Non c’è nulla da fare. Non si prende più niente. Tento il colpo gobbo alleggerendo la piombatura verso l’amo per renderla più svolazzante ed appetibile al cavedano nero ma questo, a parte una scornata sul filo, i miei bigattini non li caga proprio.
Oramai non ci provo neanche più a prenderlo… Lo considero un amico che mi tiene compagnia mentre faccio le passate. Vorrei dargli un nomignolo ma, anche se di solito ho fantasia da vendere, non me ne viene in mente nessuno. Passano i minuti e non abbocca più nulla…e continuo a non trovare alcun nomignolo al cavedano scuro che prosegue con la sua placida nuotata davanti a me.
Si è fatta ora di andare, chiudo la canna e sistemo la cassettina e i bigattini in borsetta.
Mi giro verso il mio Maestro Locale che sta inforcando la bicicletta e gli chiedo: “Aldo, ti viene in mente una parola che faccia rima con ‘Cavedano’?”. Lui ci pensa un po’ e poi mi fa: “No… nessuna…”. Ed andiamo via insieme pensando a quel pesce-ancora-senza-nome.


PS La foto appartiene all'utente Malauros del forum Pesca360. L'ho inserita solo a scopo illustrativo e ringrazio vivamente l'autore sperando che non sia disturbato dal mio utilizzo. 




1 commento:

  1. Se ero li dalle botte "ni capo" ti facevo crescere i capelli .... Il cavedano "oronzo" lo potresti prendere solo a mezzo fondo sfiondando 3 4 bachini per volta galleggiante 4x8 filo 10 lenzino 8 amo 20 o 22 ... un bachino appena appuntato . Canna da 5 mt. con mulinello o barbarina ..... Altrimenti o si sbaglia !!! o te lo scordi !!!

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