martedì 14 maggio 2013

13 Maggio 2013: Parliamo ancora di Ledgering...


Ieri, come faccio spesso, dopo il lavoro sono andato al fiume a pescare. In questo periodo sto utilizzando la tecnica Ledgering che si basa sull'utilizzo di un pasturatore piombato legato alla lenza madre. Caricato di bigattini, si lancia in acqua e, grazie ai fori presenti, i bigattini escono fuori pasturando localmente. Il pesce viene catturato grazie ad un amo collegato al pasturatore per mezzo di un segmento di filo più sottile della lenza madre, comunemente chiamato "finale" o "terminale". In realtà il pasturatore è svincolato dalla lenza madre ma scorre su di essa grazie ad un tubicino (almeno nella configurazione che uso io) che presenta una piegatura a circa 3/4 della lunghezza. Questo tubicino storto è chiamato "Anti-Tangle" (Anti-incaglio) ed ha la funzione di impedire che il finale si attorcigli intorno al pasturatore impedendogli materialmente di svolgere il suo compito.
Classica montatura con pasturatore chiuso e tubicino anti-tangle

Si tratta di una tecnica relativamente moderna ma che deriva da quella sicuramente più antica: la pesca "a fondo". Tanti pescatori considerano la pesca "a fondo" come la pesca "del nonno", fatta semplicemente di noiose attese e priva di particolari attrattive. Devo dire invece che il Ledgering  non è ne noioso ne poco dinamico, anzi! Grazie all'introduzione del pasturatore, tutti i processi di pesca, rispetto alla pesca "a fondo", sono accelerati. Si tratta quindi di un sistema di pesca piuttosto redditizio, specie nei periodi invernali, quando i pesci sono meno attivi e rispondono molto meno alle altre tecniche come la "passata" o lo spinning.
Pasturatore aperto
I pasturatori, o "Feeder", più comunemente utilizzati sono di tre tipi: aperti, chiusi e "method". I primi sono molto spesso delle gabbiette a maglia abbastanza larga e vengono riempiti con pastura fatta con sfarinati. Questa, a contatto con l'acqua, inizia a disperdersi creando una nuvola richiamante. Il secondo tipo, il pasturatore chiuso, viene invece utilizzato caricandolo di bigattini. Grazie ad appositi fori, presenti sul corpo del contenitore, questi escono e si diffondono in acqua.
Method Feeder
Il "Method" invece è una variante molto particolare dei pasturatori aperti. Ha una forma un po' bizzarra con i suoi lobi che permettono di contenere la pastura come se fosse una polpetta. A differenza degli altri tipi di pasturatori, che richiedono terminali lunghi 80-100 cm, il Method vuole terminali molto più corti, tra i 25 e i 30 cm.
Tutti i pastoratori sono piombati e la quantità di piombo andrà commisurata alla forza della corrente dell’acqua e/o alla necessità di effettuare lanci più o meno lunghi. Questo fattore mi porta naturalmente a parlare delle canne impiegate in questa tecnica.
Le canne da ledgering, di varia lunghezza, sono di solito telescopiche o composte da tre pezzi. L’ultimo pezzo, il vettino, è spesso intercambiabile in 2 o 3 tipi che offrono un’azione diversa a seconda delle necessità.  Ci sono vettini più morbidi e sensibili ed altri più rigidi, meno sensibili, ma che permettono di lanciare con efficacia anche pasturatori con pesi importanti.
La scelta del vettino è fondamentale. Sbagliarla può significare perdere tante abboccate o, nella peggiore delle ipotesi, romperlo per aver utilizzato un peso troppo grande per le sue capacità.
Canna da Ledgering con i vettini intercambiabili
Normalmente si usa indicare con un intervallo di grammi, da 25 a 45, da 45 a 55 o da 55 a 75, per esempio, l’azione di lancio di un vettino.  Un pasturatore da 60 grammi andrà appunto lanciato con un vettino da 55-75 grammi, che sarà perfettamente in grado di reggere lo stress. Attenzione! E’ sempre meglio evitare di raggiungere i limiti del vettino. Nel caso infatti di un pasturatore da 45 grammi, bisognerà evitare di utilizzare il vettino da 25-45. Sarà infatti più sicuro e meno traumatico passare a quello successivo, ovvero quello da 45-55 (questi valori possono cambiare a seconda delle varie canne). Posso lanciare un pasturatore da 20 grammi con un vettino da 55-75? Certamente! E con molta probabilità lo lancerò anche molto lontano. Devo però essere consapevole della particolare rigidità del vettino che implica una minore sensibilità al tocco, rispetto ai vettini più leggeri e morbidi.
Dimenticavo di dire che per questo tipo di pesca si usa il mulinello. Io utilizzo uno Shimano Aernos 4000, caricato con filo 0.22 e terminale 0.12 o 0.10. Probabilmente la differenza tra i due fili è eccessiva ma quando ho montato il mulinello su questa canna era già caricato con uno 0.22 praticamente nuovo che avevo usato solo pochissime volte a spinning su un’altra canna. Prima di buttare via tutto il filo e cambiarlo con uno più adatto mi sto divertendo a sfruttarlo fino in fondo. E devo dire che mi sto comunque divertendo molto.
Sto utilizzando questa tecnica sia su lago che su fiume ma, sarà una coincidenza, le maggiori soddisfazioni stanno venendo dalle acque mosse del fiume. Il pasturatore va lanciato leggermente a monte, a seconda della velocità della corrente e della profondità del corso d’acqua. Scendendo verso il fondo la corrente lo sposterà verso valle. Arrivato sul fondo, di solito, a meno di avere correnti molto lente, o piombi sovradimensionati, il pasturatore potrà rotolare un po’ verso valle. Spesso poi eventuali detriti o alghe trasportate dall’acqua, potranno andare a colpire la lenza trascinandola un po’ sempre verso valle. A questo punto si blocca l’archetto e si può decidere se tenere la canna in mano o poggiarla su un sostegno. Io di solito l’appoggio su un apposito paletto estensibile in alluminio dotato di forca di appoggio alla sommità. E’ economico, leggero e funzionale. Una volta poggiata la canna andremo ad osservare il comportamento del vettino. Normalmente esso continuerà a flettersi e a rilassarsi un po’ in modo fluido e morbido. Tutto ciò è dovuto agli spostamenti del pasturatore sul fondo, o all’aggancio di alghe e altre piante che, derivando, colpiscono la lenza tirandola.
Flessione
La flessione di abbocco è inconfondibile. Si tratta di un movimento rapidissimo e netto. Spesso ripetuto due o tre volte. Bravura del pescatore è quella di afferrare velocemente la canna e ferrare con decisione per allamare il pesce. Da li inizia il combattimento che, speriamo, si concluderà con la raccolta del pesce.
Ho ancora pochissima esperienza con questa tecnica ma già qualche soddisfazione me la sono presa. In più, e questa è la cosa più importante per me, ho imparato alcune lezioni che mi saranno utili in futuro. In primis una migliore gestione delle esche: il bigattino è importante che sia fresco e non puzzi troppo di ammoniaca. Ci può essere una differenza abissale di resa tra un bigattino “fresco” ed uno “stagionato”. Non solo poi per l’odore di ammoniaca che scoraggia i pesci dal mangiare, ma anche per la scarsa motilità del bigattino quando sta invecchiando troppo. Meno il bigattino è mobile e dinamico, più farà fatica ad uscire dal pasturatore. A volte dopo diversi minuti il pasturatore non si svuota quasi per nulla!
Ed anche quelli posizionati sull’amo saranno poco attrattivi. Se poi aggiungiamo un acqua torbida e con presenza di alghe, il tutto potrebbe ridursi ad un “cappotto” (termine gergale per indicare una giornata di pesca senza aver preso nessun pesce) colossale.
Si aspetta l'abboccata guardando il vettino
Altra cosa che mi sta piacendo tanto imparare è l’interpretazione dei movimenti del vettino. Imparare a capire quando a muovere il vettino è un’alga che tira la lenza, quando invece è il pasturatore che rotola, quando è un pesce che sta “assaggiando” l’esca e quando invece il pesce ha abboccato sul serio. Devo dire che il movimento ondulante del vettino mi piace proprio tanto. Lo trovo quasi ipnotico, quantomeno rilassante. E che emozione quando da morbido il movimento diventa netto e sincopato, sinonimo di pesce allamato!
La mia prossima sfida sarà quella di perfezionare la mia tecnica utilizzando fili più sottili per imbobinare la lenza madre. Sono sicuro che questo richiederà una concentrazione più forte, un più attento dosaggio della forza e della frizione e che, inevitabilmente, produrrà qualche rottura in più. Ma sono sicuro che sarà molto più grande la soddisfazione nella cattura.
Intanto penso già all’estate, quando andrò in Sardegna, e tenterò di prendere qualche bella carpa dietro casa nel fiume Rio. Vorrei anche provare a pescare in mare. Chissà se quest’anno è la volta buona per imparare qualcosa anche in acqua salata!

martedì 16 aprile 2013

15 Aprile 2013 - Vai col Ledgering!


Il primo barbo della giornata!

Ieri sera, dopo il lavoro, sono passato a prendere un po' di bigattini e poi di corsa al fiume. Arrivo nel solito posticino e vedo che c'erano già due persone: un ragazzo sui vent'anni e un signore sulla cinquantina. Canne e mulinelli seri, panchetto professionale, nasse, una mezza quintalata di materiali etc etc. Pescavano entrambi a passata con canne in carbonio da 6 metri, davvero molto belle.
Si erano appostati nel lato sinistro della piccola spiaggetta di "fango indurito" che si trova a pochi metri dal Ponte d'Augusto. Fortunatamente mi avevano lasciato lo spazio sulla destra, decisamente il mio preferito. Da li infatti avrei potuto lanciare nella zona a corrente meno veloce e profonda che precede il ponte di ferro. Mentre i due tipi facevano passate su passate senza prendere nulla, io ho montato la mia canna da ledgering, uno dei miei ultimi acquisti. Vista la profondità dell'acqua e la velocità della corrente, ho optato per un feeder da 55 grammi e per il vettino arancione, quello che permette un casting da 50 a 75 grammi. Avrei perso molto in sensibilità ma per quella grammatura di feeder la scelta è stata praticamente obbligata. Il filo imbobinato nell'Aernos 4000 è un 0.22 regalatomi dai mitici ragazzi di Pescaloccasione Pesca, negozio dove ho acquistato gran parte del materiale che uso per pescare. Come finale ho optato per un 0.12 con amo 16. Purtroppo, visti i tempi stretti, mi sono dovuto adattare a terminali già pronti, lunghi appena una 50-60ina di centimetri. Mi sarebbero serviti almeno 80 cm...ma vabbè... per stavolta si pesca così. Per fare una montatura da ledgering semplice bastano pochi minuti. Dopo aver assemblato i tre elementi della canna e fatto passare il filo negli anelli, si infila la lenza madre in un tubicino di plastica angolato chiamato Anti-tangle (Anti-Incaglio). Questo tubicino, nel punto di piegatura, ha un moschettoncino dove si aggangia il pasturatore o feeder, una scatolina plastica trasparente che si riempie di bigattini. Questa scatolina presenta numerosi fori dai quali escono i bigattini che provvederanno quindi a pasturare la zona. Agganciato a questa scatolina c'è un peso che permette di lanciare il pasturatore alla distanza desiderata ed in più lo tiene fermo sul fondo. Se infatti non ci fosse questo peso, la corrente del fiume potrebbe facilmente trascinare via il pasturatore rendendo vana la sua funzione. Ovviamente ci sono pasturatori con pesi di varia grammatura. A seconda della forza della corrente si useranno pesi sempre maggiori.
Passato il filo nel tubicino si termina con una girella con moschettoncino al quale si aggancerà il nostro terminale. Dato che il tubicino è libero di scorrere sul filo, per evitare di stressare troppo il nodo a valle o per limitare l'escursione a monte, normalmente si usano delle perline di plastica o gomma che fungono da stopper e ammortizzatore. Per il momento io sto utilizzando una soluzione non ortodossa ma più veloce da implementare e che, fino ad ora, ha funzionato. Invece di usare le perline, utilizzo dei piombini spaccati di dimensioni generose che blocco sul filo stringendoli con pinze o con i denti. So bene che non è il massimo... ma fino ad adesso ha funzionato egregiamente. A questo punto l'antitangle ha una possibilità limitata di movimento, proprio come serve a noi. Ora non resta che innestare 2-3 bigattini sull'amo e riempire il feeder.
Fatto questo si lancia...
La mia canna è certificata per un azione di casting (lancio) da 25 a 75 grammi a seconda del vettino utilizzato. Ce ne sono 3 in dotazione, colorati di giallo fluo, verde fluo e arancione fluo. La loro azione di casting è progressiva: il giallo è per pesi leggeri, il verde per pesi medi, l'arancione per grammature più pesanti. E’ una canna economica ma mi sta facendo divertire lo stesso, e poi a crescere si fa sempre in tempo…
Morale della favola, mentre i miei colleghi pescatori andavano avanti a fare passate a vuoto, lancio il mio feeder nel punto prestabilito e appoggio la canna nel paletto. Non passano più di tre minuti che… TANG-TANG-TANG… il vettino picchietta impazzito! Velocemente agguanto la canna e do una bella ferrata. Il pesce c’è, e non è neanche tanto piccolino. Allento un po’ la frizione e inizio il combattimento. Devo fare attenzione a non farlo scappare verso destra, dove c’è un banco di piante sommerse. Se riesce ad arrivare li le possibilità di incagliarsi salgono in modo esponenziale e sarà difficile recuperare il pesce.
Dopo 30 secondi mi accorgo che… non avevo aperto il guadino! Mannaggia! Non imparo mai le lezioni. La prima cosa da fare quando si arriva sul luogi di pesca è aprire il guadino. Se si dimentica di farlo poi magari si inizia a pescare e se abbocca un bel pesciottone sono guai.
Per fortuna che il mio vicino, vistomi in combattimento, mi ha fatto “Che ti serve il guadino?” ed io: “Magari…”. Gentilmente ha preso il suo lungo guadino e mi ha dato una mano per spiaggiare il pesce. Si è trattato di un bel barbo, circa 36-38 cm, sui 5-6 etti. Niente male per iniziare no? Dal tono di voce, i miei vicini hanno rosicato un po’ nel vedere un tipo vestito da mezzo bifolco con una canna economica, tirare su quel bel barbo mentre loro erano ancora al palo. E la cosa divertente è stata che quel barbo è stato solo il primo! Con una certa regolarità ho tirato su pesci, tra barbi di varie dimensioni e rosciole, mentre i miei vicini si sono dovuti accontentare di pochissime rosciole e di un barbetto da 12-15 cm.
Il momento più interessante è stato quando un pesce, allamato, è riuscito a nascondersi nel banco di piante. Pensavo che avrei dovuto rompere la lenza. Era completamente bloccata. Ho provato di tutto: tirare, mollare, allentare la frizione, aprire l’archetto, strattonare… nulla da fare. Poi, finalmente, tirando verso il basso si è sbloccato e sono riuscito a recuperare il pesce.
Pochi minuti dopo mi è accaduta nuovamente la stessa cosa. Ma mi è andata peggio e sono stato costretto a rompere il terminale.
Alle 20.00 ho smontato il tutto e sono tornato a casa con un sorriso sulle labbra bellissimo…
Chi dice che “Una brutta giornata di pesca è sempre meglio di una bellissima giornata di lavoro.”, bhè, ha perfettamente ragione.

Leonardo

PS Tutti i pesci sono stati immediatamente rilasciati