mercoledì 27 giugno 2012

23 Aprile 2012 - Il mio Battesimo dell'Acqua...

Diario di Pesca: Giorno 1 – 23 Aprile 2012 

Ieri finalmente ho fatto il mio Battesimo dell'Acqua!
Armato di 3 etti di bigattini e canna fissa da 5 mt marca Carson, di ritorno dal lavoro dovevo solo decidere dove andare: fiume Nera o Lago dell'Aia. Pesca a passata (fiume) o acqua ferma (lago)? 
Nella mia fantasia ho sempre immaginato che la prima pesca l'avrei fatta al fiume e quindi mi sono diretto li. Speravo che non ci fosse nessuno. L'altro giorno c'era un signore sulla sessantina con una canna da 7 metri che pescava un pescetto ogni 3-4 passate. Ho pensato: "Bhè... non deve essere proprio impossibile qui...".

Durante il tragitto mi è venuto un dubbio atroce! Ho pensato: "Ma con una canna da 5 mt... quanto cazzo deve essere lunga la lenza???". Dubbio da principiantone che non ha mai legato un filo ad una canna...ammetto. Chiamo subito il mio amico toscano Mauro, compagno di detecting e ex campione di pesca, ma non mi risponde... Allora chiamo mio fratello che mi dice di farla lunga da mezzo a un metro in più della lunghezza della canna. E io che pensavo che dovesse essere più corta! Lui però mi ha spiegato che, stando in piedi, la canna si solleva dal livello dell'acqua e quindi la lenza deve essere più lunga. Bene... Prima cosa imparata... ;)
Non appena chiusa la telefonata mi è venuto un altro dubbio: “OK… la lenza deve essere lunga 5.5-6 metri… e come cazzo la monto? Ma soprattutto… QUALE cazzo monto? Quale sarà quella giusta per quello spot?”. Non nascondo che, da principiantone, ho acquistato, oltre a filo, ami, moschettoncini, piombini etc, anche alcune lenze già pronte. So che i pescatori veri storceranno il naso, ma avrò tempo di imparare a confezionare le mie lenze personali. Ora tutto quello che voglio è INIZIARE!

Sono arrivato sul posto abbastanza emozionato, non posso negarlo. Ho parcheggiato e con passo affrettato, ho cercato di scorgere la presenza, o meglio l'assenza, di altri pescatori. Non è tanto per una questione di "se ci sono io... non ci puoi stare tu..." ma volevo semplicemente evitare di far figure di merda alla mia prima uscita... :D

Per fortuna non c'era nessuno! Evvai...

Torno velocemente alla macchina. Gli abiti che avevo addosso non erano adatti e quindi mi sono cambiato e ho indossato la mia mitica mimetica desert 3-colori dell'esercito USA che uso quando esco col metal detector. Ho messo su un paio di scarpacce da tennis e ho preso cassettina, canne, secchiello di bigattini e sedia pieghevole (un minimo di confort non può far così male). Sono sceso sulla riva attraverso un sentierino molto agevole. Lo spot si trova vicino al famoso Ponte d’Augusto a Narni Scalo, un ponte romano del 27 A.C., più esattamente si trova a monte del ponte di ferro che permette il passaggio da una riva all’altra del fiume Nera. La riva dove mi sono sistemata è frequentata anche da altri pescatori, se ne vedono parecchie tracce con pezzi di filo, scatolette di mais, pezzi di confezioni di ami etc. E’ una riva piuttosto comoda con un comodo pratino. Arrivo sul posto e poggio a terra l’equipaggiamento. Apro la custodia delle canne e intravedo subito il mulinello Trabucco color silver che ho montato sulla canna telescopica Carson che ho acquistato insieme alla canna fissa. Il primo pensiero è stato: “Chissà quando ti utilizzerò… “. Questo perché ho voluto seguire il consiglio del mio “Maestro-Toscano-A-Distanza” Mauro, che in questi giorni, insieme a mio fratello Claudio, mi sta dando tante buone indicazioni. “’Omincia ‘on la ‘anna fissa, Fava!” sono state le parole lapidarie di Mauro. Gli ho dato retta… anche se poi ho comprato anche una canna col mulinello… :D
Ho tirato fuori la 6 metri e l’ho aperta facendo scorrere gli elementi telescopici. Rispetto a quelle di 20 anni fa queste canne sono diventate leggerissime. Mi ricordo quando con papà, mamma e Claudio andavamo a pescare tutti insieme. Io usavo una cannetta corta da tre metri mentre mio fratello usava o la fissa da 6 metri o la canna col mulinello. Io sognavo di usare quella benedetta canna col mulinello, per me era fantastico poter “aggeggiare” con quello strumento. Ma non me la fece mai usare… O almeno non mi ricordo di averla mai usata.

Ho steso la canna aperta sul pratino e ho aperto la cassettina dove ci sono tutti i “giocattolini” del pescatore. Filo, ami, piombi, forbici, elastici, galleggianti, moschettoncini, reggicanna, fionda per pastura e alcune lenze già pronte. Ecco… primo dilemma… Quale lenza (pronta) adoperare? Filo sottile? Amo piccolo? Amo medio? Amo grandicello? Filo più spesso?
E che cavolo ne so??? Chi ha mai pescato? E poi non c’era nessuno a cui chiedere. Mi sono detto: “Senti… partiamo bassi… Usiamo un amo piccolo e un filo sottile…Non voglio far figure di merda se arriva qualcuno che ci capisce e, vedendo che uso un amo troppo grande, mi piglia per il culo dicendomi che li di tonni se ne vedono pochi. Alle brutte cosa può succedere? Si può rompere e avrò imparato la seconda lezione della giornata.”

Lego l’estremità del filo all’anello del cimino con 6-7 nodi ben stretti. Non voglio che al primo tiro si sciolga il tutto e quindi tendo un po’ ad abbondare. Inizio a srotolare la bobina lungo la canna e, gran botta di culo, il filo è lungo (a occhio) 5 metri e 70 cm. Phew… Un problema di meno! :D

Apro il secchiello dei bigattini, ricavato da una confezione maxi di yogourt magro, e vedo i “bachini”, come li chiama Mauro in toscano, che si muovono belli vispi. La maggior parte sono color sabbia mentre alcuni sono color fucsia intenso. Il Maestro-A-Distanza mi ha suggerito di aggiungere farina di mais in mezzo ai bigattini per fornirgli nutrimento e per assorbire un po’ l’odore, non proprio buonissimo, di queste piccole larve. Ne prendo 2 belli cicciotti, uno chiaro e uno fucsia. Quello chiaro lo metto a monte dell’amo, di traverso mentre l’altro lo infilo in modo che copra tutto l’amo o quasi. Ho letto questa cosa nel bel libro “L’amo e la lenza”, un classico della letteratura di pesca, che in questi giorni sto letteralmente divorando. Infilare il bachino per bene con un amo così piccino (non mi ricordo la misura…sorry) non è cosa facile, specie se hai anche un po’ di fretta di iniziare. Do un’occhiata al galleggiante e mi torna in mente una cosa che facevo da bambino: regolare “il fondo”, ovvero distanziare opportunamente il galleggiante dall’amo per permettere all’esca di raggiungere la giusta profondità. Per farlo basta far scorrere il galleggiante sul filo. Lo faccio e… STAC!!! Si spezza il filo! Porca eva! Mi ero dimenticato di allentare leggermente l’anellino di gomma che blocca il galleggiante sul filo che, molto sottile, si è rotto subito. Ma porcaccia della miseria…e ora?
Niente panico… Faccio un nodo per riaggiuntare il filo ma si scioglie subito…E che cazzo! Iniziamo bene! :D
Decido di usare il nodo inglese che di solito tiene molto di più, specie se c’è trazione e, dopo alcuni tentativi andati a vuoto a causa della difficoltà di maneggiare un filo tanto sottile, ci riesco e il nodo tiene alla grande. EVVAI!
A questo punto una nuova sorpresa… Stavo per effettuare il mio primo lancio quando un bambino, dal ponte di ferro, mi urla: “Mi scusi signore? Posso venire a guardare?”. Io gli rispondo: “Guarda… Oggi è il mio primo giorno… Ci sarà poco da guardare…” ma lui viene giù lo stesso. Si chiama Andrei ed è un bel bambino con gli occhi azzurri, la faccia ovale, una gran chiacchiera ed ha 10 anni. E’ di origini rumene ma essendo cresciuto qui, parla un italiano migliore del mio. Si avvicina alla mia attrezzatura e rimane meravigliato dai giocattolini. Mi gira intorno come una trottola ed io inizio ad innervosirmi un po’. La prima pesca volevo farla in solitudine, anche per poter provare senza sentirmi gli occhi addosso da parte di qualcuno, ma Andrei è troppo simpatico e non riesco a dirgli di lasciarmi da solo come vorrei.
Dopo due secondi mi fa: “Posso andare a prendere la mia canna? Così pesco pure io? Ma… potresti darmi un po’ di bigattini? Potresti anche mettermeli tu che a me fa schifo metterli?”. Già volevo buttarlo in acqua ma ho semplicemente risposto:”Non c’è problema…solo che oggi è il mio primo giorno di pesca. Volevo stare un po’ tranquillo perché davvero non so fare nulla.”. Manco mi ha fatto finire di parlare che era già partito per prendere la sua canna.
Ritorna dopo pochissimi minuti con una canna col mulinello da 3.5 metri. “Alè… Oggi sono figure di merda a nastro… Se poi è questo cacaseco di bambinetto a farmele fare lo annego subito” è stato il mio pensiero.
Mi ricordo dei consigli di Mauro e tiro alcune fiondate di bigattini a monte del punto di pesca. Aspetto un minuto e poi effettuo finalmente il primo lancio. Niente male… In mezzo al fiume. Il galleggiante sta bello ritto e la corrente lo trasporta placido. Non so se il “fondo” è giusto e questo pensiero mi rimarrà per tutta la sessione di pesca. Ogni 5-10 alzavo o abbassavo il fondo, giusto per provare la differenza.
Nulla… Neanche un segno di “beccata”. Ho passato quindi così le 2 ore e mezza facendo passate senza risultati. Fortunatamente anche il Cacaseco non pigliava nulla e quindi mi sentivo un po’ meno sotto pressione.
Durante le passate stavo li a guardare il galleggiante, a scrutarne anche il minimo movimento. Chissà se sarei stato fortunato. Sono le 19.30 e il bambino Andrei, accortosi dell’ora tarda, smonta di corsa la canna e mi saluta dandomi appuntamento ai giorni seguenti per poi correre via con la sua bicicletta.
Inizia a calare la luminosità e alcuni pesci iniziano a saltare fuori dall’acqua per mangiare gli insetti che volano a pelo d’acqua. Peccato che questi pesci sono tutti sull’altra riva e con la mia canna non potrei mai raggiungerli. Ma va bene così… significa che di pesce ce n’è… dovrò solo migliorare la tecnica e qualcosa, ne sono certo, prima o poi la prenderò.
Sono le 20 passate e inizio a sentire anche un po’ freddo alla gola. Mi dico che quelle sarebbero state le ultime passate e poi sarei andato via. Faccio un bel lancio e decido di seguire camminando lo scorrere del galleggiante. Verso la fine della passata un colpo secco! Il galleggiante affonda tutto di un botto. Stavolta ha abboccato qualcosa! Do una ferrata secca ma non troppo energica. Il filo è sottile e non vorrei romperlo…
Ahimè il filo è più sottile di quel sottile che io pensavo e… il pesce si è trattenuto il suo dazio. Amo, bigattini, 4-5 piombini e un metro di filo. Il galleggiante è salvo però…

Smonto la canna sorridendo… Avrei potuto prenderlo… Ma sarà per la prossima volta. “Pesca Sereno!” mi dice sempre Mauro. Ed io ho pescato sereno, non c’è dubbio.

Arrivederci fiume… alla prossima! Grazie per quello che mi hai insegnato, ne farò tesoro.

Rientro a casa con ancora la mimetica addosso. Nicoletta è sul divano che guarda la TV mentre mi aspetta per cenare. La tavola è apparecchiata e ci sono fave fresche, salumi, formaggi e verdure. Vedo il tutto dal vetro della nostra porta di casa. Giro la maniglia ed entrando dico “Ciao Ni’! E’ pronta la brace??? Bhè… la puoi pure spegne… “ e gli do un bacino sulle labbra.

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