Il primo barbo della giornata! |
Ieri sera, dopo il lavoro, sono passato a prendere un po' di
bigattini e poi di corsa al fiume. Arrivo nel solito posticino e vedo che
c'erano già due persone: un ragazzo sui vent'anni e un signore sulla
cinquantina. Canne e mulinelli seri, panchetto professionale, nasse, una mezza
quintalata di materiali etc etc. Pescavano entrambi a passata con canne in
carbonio da 6 metri, davvero molto belle.
Si erano appostati nel lato sinistro della piccola
spiaggetta di "fango indurito" che si trova a pochi metri dal Ponte
d'Augusto. Fortunatamente mi avevano lasciato lo spazio sulla destra,
decisamente il mio preferito. Da li infatti avrei potuto lanciare nella zona a
corrente meno veloce e profonda che precede il ponte di ferro. Mentre i due
tipi facevano passate su passate senza prendere nulla, io ho montato la mia
canna da ledgering, uno dei miei ultimi acquisti. Vista la profondità
dell'acqua e la velocità della corrente, ho optato per un feeder da 55 grammi e
per il vettino arancione, quello che permette un casting da 50 a 75 grammi.
Avrei perso molto in sensibilità ma per quella grammatura di feeder la scelta è
stata praticamente obbligata. Il filo imbobinato nell'Aernos 4000 è un 0.22
regalatomi dai mitici ragazzi di Pescaloccasione Pesca, negozio dove ho acquistato
gran parte del materiale che uso per pescare. Come finale ho optato per un 0.12
con amo 16. Purtroppo, visti i tempi stretti, mi sono dovuto adattare a
terminali già pronti, lunghi appena una 50-60ina di centimetri. Mi sarebbero
serviti almeno 80 cm...ma vabbè... per stavolta si pesca così. Per fare una
montatura da ledgering semplice bastano pochi minuti. Dopo aver assemblato i
tre elementi della canna e fatto passare il filo negli anelli, si infila la
lenza madre in un tubicino di plastica angolato chiamato Anti-tangle
(Anti-Incaglio). Questo tubicino, nel punto di piegatura, ha un moschettoncino
dove si aggangia il pasturatore o feeder, una scatolina plastica trasparente
che si riempie di bigattini. Questa scatolina presenta numerosi fori dai quali escono
i bigattini che provvederanno quindi a pasturare la zona. Agganciato a questa
scatolina c'è un peso che permette di lanciare il pasturatore alla distanza
desiderata ed in più lo tiene fermo sul fondo. Se infatti non ci fosse questo
peso, la corrente del fiume potrebbe facilmente trascinare via il pasturatore
rendendo vana la sua funzione. Ovviamente ci sono pasturatori con pesi di varia
grammatura. A seconda della forza della corrente si useranno pesi sempre
maggiori.
Passato il filo nel tubicino si termina con una girella con
moschettoncino al quale si aggancerà il nostro terminale. Dato che il tubicino
è libero di scorrere sul filo, per evitare di stressare troppo il nodo a valle
o per limitare l'escursione a monte, normalmente si usano delle perline di
plastica o gomma che fungono da stopper e ammortizzatore. Per il momento io sto
utilizzando una soluzione non ortodossa ma più veloce da implementare e che,
fino ad ora, ha funzionato. Invece di usare le perline, utilizzo dei piombini
spaccati di dimensioni generose che blocco sul filo stringendoli con pinze o
con i denti. So bene che non è il massimo... ma fino ad adesso ha funzionato
egregiamente. A questo punto l'antitangle ha una possibilità limitata di
movimento, proprio come serve a noi. Ora non resta che innestare 2-3 bigattini
sull'amo e riempire il feeder.
Fatto questo si lancia...
La mia canna è certificata per un azione di casting (lancio)
da 25 a 75 grammi a seconda del vettino utilizzato. Ce ne sono 3 in dotazione,
colorati di giallo fluo, verde fluo e arancione fluo. La loro azione di casting
è progressiva: il giallo è per pesi leggeri, il verde per pesi medi,
l'arancione per grammature più pesanti. E’ una canna economica ma mi sta
facendo divertire lo stesso, e poi a crescere si fa sempre in tempo…
Morale della favola, mentre i miei colleghi pescatori
andavano avanti a fare passate a vuoto, lancio il mio feeder nel punto
prestabilito e appoggio la canna nel paletto. Non passano più di tre minuti
che… TANG-TANG-TANG… il vettino picchietta impazzito! Velocemente agguanto la
canna e do una bella ferrata. Il pesce c’è, e non è neanche tanto piccolino.
Allento un po’ la frizione e inizio il combattimento. Devo fare attenzione a
non farlo scappare verso destra, dove c’è un banco di piante sommerse. Se
riesce ad arrivare li le possibilità di incagliarsi salgono in modo
esponenziale e sarà difficile recuperare il pesce.
Dopo 30 secondi mi accorgo che… non avevo aperto il guadino!
Mannaggia! Non imparo mai le lezioni. La prima cosa da fare quando si arriva
sul luogi di pesca è aprire il guadino. Se si dimentica di farlo poi magari si
inizia a pescare e se abbocca un bel pesciottone sono guai.
Per fortuna che il mio vicino, vistomi in combattimento, mi
ha fatto “Che ti serve il guadino?” ed io: “Magari…”. Gentilmente ha preso il
suo lungo guadino e mi ha dato una mano per spiaggiare il pesce. Si è trattato
di un bel barbo, circa 36-38 cm, sui 5-6 etti. Niente male per iniziare no? Dal
tono di voce, i miei vicini hanno rosicato un po’ nel vedere un tipo vestito da
mezzo bifolco con una canna economica, tirare su quel bel barbo mentre loro
erano ancora al palo. E la cosa divertente è stata che quel barbo è stato solo
il primo! Con una certa regolarità ho tirato su pesci, tra barbi di varie
dimensioni e rosciole, mentre i miei vicini si sono dovuti accontentare di
pochissime rosciole e di un barbetto da 12-15 cm.
Il momento più interessante è stato quando un pesce,
allamato, è riuscito a nascondersi nel banco di piante. Pensavo che avrei
dovuto rompere la lenza. Era completamente bloccata. Ho provato di tutto:
tirare, mollare, allentare la frizione, aprire l’archetto, strattonare… nulla
da fare. Poi, finalmente, tirando verso il basso si è sbloccato e sono riuscito
a recuperare il pesce.
Pochi minuti dopo mi è accaduta nuovamente la stessa cosa.
Ma mi è andata peggio e sono stato costretto a rompere il terminale.
Alle 20.00 ho smontato il tutto e sono tornato a casa con un
sorriso sulle labbra bellissimo…
Chi dice che “Una brutta giornata di pesca è sempre meglio
di una bellissima giornata di lavoro.”, bhè, ha perfettamente ragione.
Leonardo
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